Che valore può avere un lavoro che consiste nel versare un bicchiere d’acqua? Si dice sempre che un bicchiere d’acqua non si nega a nessuno, ma come valorizziamo chi lo fa come lavoro? E poi, con quale consapevolezza, professionalità e passione lavoriamo quando serviamo perché altri si prendano il merito? 

Recentemente si è verificato un evento molto toccante che deve farci riflettere sui lavori che stanno “dietro le quinte”, che coinvolgono tutte le persone che danno il meglio di sé affinché gli obiettivi di un’istituzione vengano raggiunti, ma che non sono il volto visibile e che il più delle volte non vengono riconosciute.

Il 25 settembre 2022, Eliud Kipchoge ha battuto nuovamente il record del mondo alla maratona di Berlino, dopo averlo fatto nel 2018. Tra le notizie che hanno fatto notizia c’è la ribalta del suo “rifornitore d’acqua”. È emerso che, in questo tipo di gare, ci sono volontari che hanno il compito di fornire idratazione ai maratoneti in punti specifici del percorso, e poi devono pedalare per raggiungere il punto successivo. Nel caso di Kipchoge, il portatore d’acqua è il tedesco Claus Henning-Schulke, che lo ha accompagnato anche nel record del 2018. È davvero commovente vedere come Claus, un triatleta dilettante che fa il volontario nella maratona dal 1998, festeggia la consegna puntuale di ogni bottiglia d’acqua a Kipchoge.

Se ci pensiamo bene, è il lavoro degli “invisibili” che fa girare il mondo, perché non sono tanto gli influencer, gli artisti, i politici e gli atleti a fare la differenza. Senza dubbio, il lavoro di tutti è importante, ma se la pandemia ci ha lasciato qualcosa, è rendersi conto del valore che ognuno porta alla società: chi gestisce l’amministrazione dietro una scrivania, i contadini che coltivano ciò che mangiamo, gli autisti che lo trasportano, chi pulisce un ufficio o un ospedale, chi raccoglie i rifiuti dalle strade, chi sviluppa un software o fabbrica una sedia, persino il portatore dell’acqua del record mondiale nella maratona di Berlino; tutti lavorano affinché il loro lavoro serva al bene comune.

Risvegliare la consapevolezza del valore del proprio lavoro può cambiare la vita di una persona, far sì che il suo lavoro si connetta con l’infinito e portarlo nella realtà con una passione simile a quella di Claus. Indubbiamente, è essenziale avere un impatto sulle politiche pubbliche, fino a una remunerazione equa in base alle responsabilità e alle prestazioni di ciascuno. Per questo motivo, tutti gli attori sociali, politici ed economici devono essere coinvolti, ma il punto di partenza è più chiaro se ci rendiamo conto che il lavoro, qualunque esso sia, dà dignità alla persona.

Che bel compito abbiamo!